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Unione europea: dal 2021 solo edifici a impatto 'quasi zero'


Entro la metà del 2011 gli Stati membri devono predisporre un programma di incentivi per l’efficienza energetica

di Rossella Calabrese


19/11/2009 - Tutti gli edifici costruiti dal 1° gennaio 2021 dovranno avere elevati standard di efficienza energetica e il loro fabbisogno energetico dovrà essere coperto in misura molto significativa da fonti rinnovabili. Le pubbliche amministrazioni apriranno la strada, acquistando o affittando solo eco-edifici entro la fine del 2018 e promuovendo la trasformazione di quelli esistenti in edifici a impatto “quasi zero”. La UE contribuirà a finanziare gli interventi. 
Sono questi, tra gli altri, i punti chiave dell’accordo raggiunto il 17 novembre tra il Parlamento europeo e il Consiglio, per la revisione della Direttiva CE/91/2002 sul rendimento energetico in edilizia. Nell'aprile scorso il Parlamento aveva approvato una ipotesi di modifica più severa che prevedeva edifici ‘zero emission’ a partire dal 2019 (leggi tutto).

Dopo la conclusione positiva dei negoziati informali tra Parlamento e Consiglio, la relatrice Silvia-Adriana Ţicău (S & D, RO) ha spiegato che l’accordo politico rafforza il ruolo guida dell’UE nella lotta contro il cambiamento climatico: “In occasione della Conferenza di Copenaghen, l’Europa potrebbe presentare un efficace strumento per raggiungere gli ambiziosi obiettivi ambientali. Siamo impegnati a investire di più e ad utilizzare al meglio gli strumenti finanziari per l’efficienza energetica degli edifici e delle energie rinnovabili”. 
 
Un maggiore sostegno finanziario a livello nazionale ed europeo
Il Consiglio ha accolto gli emendamenti del Parlamento, che richiedono agli Stati membri di elaborare piani nazionali per incentivare la costruzione di edifici con consumo di energia “quasi zero”. Inoltre, entro la metà del 2011, gli Stati membri devono predisporre incentivi finanziari e di altro tipo, come ad esempio assistenza tecnica, sovvenzioni, programmi di credito e prestiti a basso interesse. 
 
Gli edifici esistenti dovranno migliorare il loro rendimento energetico, attraversi radicali interventi di ristrutturazione, qualora ciò sia tecnicamente, funzionalmente ed economicamente fattibile. Gli Stati membri devono quindi incentivare i proprietari ad installare contatori intelligenti e a sostituire gli impianti di riscaldamento esistenti, tubature di acqua calda e aria condizionata, con alternative ad alta efficienza, quali le pompe di calore o sistemi basati su fonti rinnovabili. 
 
Certificazione del rendimento energetico
Gli Stati membri dovranno istituire un sistema di certificazione per misurare il rendimento energetico degli edifici. I certificati saranno obbligatori per tutti gli edifici oggetto di costruzione, compravendita o locazione, e anche per gli edifici in cui una superficie di oltre 500 mq sia occupata da un ente pubblico o aperta al pubblico. Cinque anni dopo l’entrata in vigore della legge, tale soglia potrà essere abbassata a 250 mq. 
 
I certificati dovranno fornire raccomandazioni per il miglioramento e potranno contenere informazioni aggiuntive, come il consumo energetico annuo e la percentuale di energie rinnovabili nel consumo totale di energia. I sistemi di certificazione per gli edifici residenziali saranno di competenza delle autorità nazionali, ma la Commissione, entro il 2011, dovrebbe sviluppare un sistema di certificazione volontaria comune europeo per il rendimento energetico degli edifici non residenziali. 

Esenzioni per gli edifici storici, case vacanze e altri
Sono esclusi dall’obbligo della direttiva: le case di piccole dimensioni (con una superficie inferiore a 50 mq), case per vacanze utilizzate per meno di quattro mesi l’anno (o che utilizzano meno del 25% dei consumi di energia dell’intero anno), edifici per attività religiose, fabbricati temporanei utilizzati per due anni o meno, siti industriali, laboratori ed edifici agricoli a basso fabbisogno energetico ed edifici storici tutelati in cui gli interventi per migliorare l’efficienza energetica altererebbero il loro aspetto. 
 
I prossimi step
Il testo concordato il 17 novembre deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio prima che il Parlamento europeo dia il suo ok definitivo all’inizio del 2010. Una volta adottato e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, gli Stati membri avranno due anni per adeguare la propria legislazione nazionale alla nuova direttiva. 
 
Fonte: Parlamento europeo

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